Sabiki e pesca in mare a bolentino con questi terminali
Sabiki è il terminale da pesca in mare a bolentino con piccole esche artificiali. Trucchi di pesca per pescare meglio dalla barca
Sabiki, un calamento per la pesca a bolentino a braccioli cortissimi, ciascuno dei quali è dotato di un amo sul quale è montato, in modo solidale e definitivo, un piccolo innesco artificiale. La quantità di braccioli può variare, così come il tipo di esca artificiale e i diametri che compongono il sabiki.
Ecco perché aiutano così tanto nella pesca dalla barca!
Prima di addentrarci nei discorsi più tecnici però diciamo dei vantaggi che queste montature permettono di avere. Per prima cosa permettono di fare a meno dell’esca, un fattore non da poco che li ha fatti diventare agli occhi di molti dei veri calamenti jolly, utili anche per catturare qualche pesce da utilizzare successivamente come esca, nella pesca a traina.
Niente esca naturale! Pronti a pescare!
Come seconda cosa, poi, si tratta di lenze che vengono vendute “in bustina” completamente montate, provviste di un’asola (o di una girella, secondo il modello) al capo superiore per l’aggancio con la lenza madre, e di un moschettone (o girella con moschettone, sempre secondo i modelli) al capo inferiore per il collegamento con il piombo. Dunque la lenza è pronta e non resta che attaccarla alla madre e al piombo per essere pronti a pescare. Questo è un altro aspetto che ha contribuito a darle quell’immagine di “jolly dei calamenti” che indubbiamente è. Per i neofiti poi disporre di una lenza pronta a entrare in pesca, con sei o sette ami che non necessitano di essere innescati è qualcosa di fantastico.
Spesso ma non sempre
Le montature multiamo con piccole esche artificiali funzionano in modo differente a seconda della condizione di pesca. I sabiki stimolano in modo forte l’istinto predatorio dei pesci e, per questo, sono particolarmente efficaci nei confronti di certe specie che vivono il grandi branchi: in altre parole è difficile prendere un sarago, un pagello o una tanuta ma può essere semplicissimo fare incetta di sugarelli, sgombri e lanzardi, specie quando questi pesci sono in forte attività alimentare, e ciò capita spesso. In questi casi i sugarelli, per esempio, fanno a gara per chi manda giù per primo quella specie di plancton (o larva di pesce) che gli si muove davanti. In situazioni come questa l’unica “difficoltà” del pescatore, se “difficoltà” la vogliamo chiamare, sarà quella di mantenere le esche all’altezza a cui si trova il branco, branco che normalmente ha uno sviluppo verticale e interessa dunque diversi metri della colonna d’acqua. Il resto dell’azione di pesca consisterà nel muovere lentamente in alto e in basso la canna per dare un movimento alle esche artificiali e aspettare che la canna si “appesantisca”. Quando si avverte la prima abboccata non è il caso di recuperare visto che se c’è un pesce di mezz’acqua lì sotto possiamo star certi che in zona ci sarà l’intero branco.
Pesca a bolentino: terminali sabiki in chiave moderna
In passato la pesca con i sabiki, seppure divertente, era considerata poco sportiva perché veniva praticata con nylon spessi, decisamente sproporzionati alla taglia delle prede, catture che venivano salpate di forza utilizzando attrezzi da bolentino pesante o addirittura da traina. Nell’ottica di un impiego di montature più fini e attrezzature leggere in carbonio e dotate di vettini sottili la pesca a sabiki è un’altra cosa... il recupero senza mai concedere lenza diventa avvincente perché i pesci spesso sono capaci di fermare la leva del mulinello e di piegare la canna fino al manico.
Irremovibili
Non bisogna cedere lenza perché, se lo facessimo, il sistema entrerebbe in crisi: nel caso di più prede allamate sarebbe facile dare luogo a un gigantesco garbuglio, con il peso dei pesci (sollevati dall’acqua) che stringerebbe i nodi e renderebbe inutilizzabile il sabiki. Per questo è buona norma portarne sempre con sé qualcuno di scorta. Oltre al logico motivo di “avere un ricambio” poi ce n’è un altro, particolarmente interessante quando si pesca fra amici, ovvero quello di trovare il sabiki che cattura di più in quella condizione: già, perché non tutti i sabiki catturano allo stesso modo e non tutte le colorazioni si equivalgono in diverse condizioni di luminosità d’ambiente.
Le differenze
I sabiki prodotti dalle aziende del settore si differenziano soprattutto per numero e dimensione degli ami, ma anche per il tipo di esca artificiale impiegata. Nei negozi per potremo trovare diametri compresi tra lo 0,35 e lo 0,50 per le madri, mentre per i braccioli i diametri andranno dallo 0,22 allo 0,40. Per gli ami avremo scelta fra un piccolo numero 10 e un grande 1/0. Questo ci darà modo di scegliere quello più adeguato ai pesci sottobordo, dalle piccole alacce da usare come esca viva ai grandi lanzardi che possono raggiungere il chilogrammo. Il nostro consiglio è quello di non esagerare con lo spessore della lenza e, ancor più importante, di montare sempre un piombo che possa tenere ben steso il terminale anche quando questo sarà aggredito da cinque o più pesci in contemporanea: un piombo da 70 grammi sarà il limite minimo ma si potrà arrivare anche a due etti.
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