Pescare Orate in mare da terra e barca – Pesca Fishing Shop

Usando il granchio si potranno fare belle catture d'orate.

In questo articolo trucchi riguardanti le montature e il modo di innescare, oltre a interessanti parallelismi fra pesca da barca e da riva.

Con la fine dell’estate, e ancor più con l’arrivo dell’autunno e le prime grandi perturbazioni che cominciano a raffreddare l’acqua, cambiano le carte in tavola per i “cacciatori di orate”.

Cominciano a scendere le temperature, i venti di perturbazione agitano il mare e, riferendosi a molte aree del Tirreno, la più grande speranza per vedere il mare completamente calmo è riposta nei venti da nord / nord-est che, però, riescono a raffreddare l’acqua in pochissime ore (cosa che, in autunno specialmente, per il nostro sparide dalla testa d’oro è più deleteria che mai).

Allora come fare se nei mesi più caldi c’eravamo abituati a vedere le vette delle canne piegarsi sotto la forza di queste ricercate prede?

Niente paura, una soluzione si trova sempre a tutto.

Pescare le orate da terra e dalla barca con il granchio come esca

Se le orate si spostano in fondali più profondi rispetto a quelli comunemente raggiungibili lanciando dalla spiaggia, lo stesso faremo anche noi con nuovi approcci. Infatti, ci sono due opzioni che dobbiamo analizzare in parallelo.

La prima, assolutamente facile da adottare, è quella di spostare la nostra azione di pesca verso aree che ci consentano di pescare su batimetriche più importanti, ovvero che possono andare in media dai 5 ai 15 m. Per far ciò, la nostra attenzione ricadrà su scogliere frangiflutti, spesso aree che catalizzano nutrienti molto apprezzati dalle orate, quali cozze, granchi, murici, oloturie etc

La seconda opzione, è quella di pescare dalla barca. Poiché per cercare le orate in questo periodo non occorre allontanarsi molto dalla costa, potremo optare anche sull’impiego di piccole barche o gommoni che, garantendo anche spese minime in termini di carburante, saranno più che adatti per la ricerca delle nostre amiche.

Trucchi sugli inneschi e i terminali per pescare le orate in mare da terra e barca. Consigli precisi per chi vuole pescare l’orata, Sparus aurata – PescaFishingShop.com

PESCARE LE ORATE IN MARE DALLA BARCA A BOLENTINO

Dove cercare le orate?

Nel pescare dalla barca, ovviamente, sarà indispensabile l’impiego di un buon ecoscandaglio, che ci permetterà di scegliere le zone più opportune dove svolgere la nostra azione di pesca. Anche in questo approccio, sceglieremo aree che mediamente si distinguono per fondali tra i 6-7 m, fino ad un massimo di 15-20m.

Le aree su cui puntare saranno le scogliere sommerse, zone di fondale misto di sabbia e grotto, magari anche con della posidonia. Insomma, anche in questo caso, cercheremo zone che garantiranno ai pesci le temperature d’acqua che cercano ma, chiaramente, anche molto cibo. Poiché utilizzando gli strumenti di bordo saremo in grado di capire dove ci stiamo ancorando, sarà sempre il caso di scegliere zone buone, come appunto vicino ad una scogliera sommersa, ma dove ci siano aree di sabbia, che ci consentano di calare le nostre lenze sul fondo senza possibilità di incagli, riuscendo anche a combattere  eventuali catture in sicurezza.

Le orate, specie se di taglia, apprezzano molto bocconi particolarmente proteici. Proprio per questo, come capita in molte occasioni, è l’unione che fa la forza.

Però, vi chiederete, ma con chi bisogna allearci?

Beh, questa volta l’alleato non è particolarmente bello e ha delle caratteristiche piuttosto “pungenti” ma, possiamo dirlo, nella cattura delle orate può essere veramente il nostro asso nella manica: il granchio. Il granchio è un’esca facile da reperire, a costo zero e che in questo periodo è molto apprezzata. Un’alternativa ad esso molto valida, e che  garantisce un grande apporto di proteine ai pesci, è rappresentata invece dal cannolicchio.

PESCARE LE ORATE IN MARE DA TERRA

Orate di fine stagione? Anche grosse!

È proprio così, le nostre care orate con la fine dell’estate e l’avanzare dell’autunno, cercano temperate più miti in fondali profondi, quindi, prima del totale allontanamento da tutte le coste, che avverrà in pieno inverno, si spostano spesso lungo le barriere frangiflutti, in buche più profonde dove le correnti accumulano cibo e vicino alle scogliere sommerse dove cercano proteine preziose (da mettere da parte per le più magre e fredde stagioni invernali).

È per questo che nutrienti crostacei sono pasti ricercatissimi e fanno al caso nostro per dichiarare “scacco matto” alla regale nuotatrice.

Montatura da pesca alle orate: ultra light o ultra strong?

La malizia delle orate è a tutti ben nota, con il loro nuoto lento e fare sospettoso riescono a mettere un po’ di soggezione quasi a tutti, pescatori neofiti e non e, non si può certo nascondere, preparare una lenza dedicata non è sempre cosa facile.

La diffidenza delle orate in acque più profonde e tranquille, in particolar modo vicino alle scogliere, tocca picchi massimi e la scelta delle lenze si orienta spesso in preparazioni accurate.

Sia pescando dalla barca vicino a delle sommerse, o da terra nei pressi di scogliere frangiflutti, dove spesso le orate pascolano in cerca di cibo, il granchio è una preda che risulta molto naturale alle nostre amiche e verrà attaccata nella quasi totalità dei casi.

È dopo il primo morso, però, che viene il bello, infatti, difficilmente il granchio viene inghiottito in un solo boccone (ciò avviene solo in caso di frenesia alimentare legata alla competizione all’interno di un branco). Il più delle volte, invece, il pesce comincia a nuotare con l’esca in bocca inghiottendola dopo qualche secondo: sono questi attimi i più pericolosi, dove essere scoperti dall’orata è alquanto facile!

Trucchi di pesca all’orata

Le cose che spesso allarmano il nostro pesce sono due: o la resistenza dovuta al peso della zavorra; o la resistenza meccanica della vetta della canna una volta che la lenza è in tiro.

Perciò, qualora la pesca non richieda lunghi lanci e la corrente lo permetta, il miglior consiglio è quello di impiegare finali piuttosto lunghi, 1,50 – 2.30 metri e, come zavorra,  piccoli piombi scorrevoli che, pescando dalle scogliere frangiflutti andranno da 30 a 70 g. Invece, pescando dalla barca potremo permetterci di utilizzare zavorre più piccole, che andranno in media da 15 a 50 g. Pescando da natante, la sospettosità dell’orata ci consiglia di adottare un ancoraggio a due ancore: una fissata a poppa, l’altra fissata a prua.

In questo modo, la barca rimarrà molto stabile, e la lenza non subirà continui movimenti e vibrazioni dovuti al movimento del natante durante i cambiamenti della direzione del vento o della corrente. Per evitare di imprimere forti vibrazioni alla lenza dovute al beccheggio o al rollio della barca, sarà buona norma anche lasciare le lenze leggermente in bando: non preoccupatevi, ci penserà poi l’orata a metterle in tensione appena abboccata.

Orate: canne e lenze consigliate

Sia pescando da terra che pescando dalla barca, non sempre tutti gli accorgimenti appena descritti saranno sufficienti e, il più delle volte, per aver la meglio sul pesce sarà obbligatorio anche utilizzare vette ultra light, quindi, canne da pesca a beach ledgering se peschiamo dalle scogliere.

Per la pesca da terra in particolare mi sento di consigliare canne del marchio surfitaly di grammatura compresa tra 70 e 150 grammi, optando per potenti tre pezzi da surf pesante solo nei rari in cui il lancio lungo fosse indispensabile a raggiungere una zona di fondale particolarmente profondo o chiazze di posidonia.

Dalla barca, invece, non esitiamo ad utilizzare canne dalla vetta particolarmente sensibile, con lunghezza che in media andrà  dai 2,60 ai 4,20 m (per gli amanti delle canne più lunghe).

Non abbiamo parlato di diametro del nostro finale poiché questo andrà rapportato ai luoghi che stiamo frequentando: durante la scelta dei fili, bisogna sapere se i fondali sono ricchi di pietre e se la taglia delle orate è molto alta.

Chiaramente, con canne ultra light, saremo in grado di catturare una bella orata anche con finali dello 0, 23 – 0, 26mm, ma se i fondali sono particolarmente ricchi di rocce taglienti, sappiate che tirare fuori un’orata superiore ai tre chili non sarà facile nemmeno con un fluorocarbon 0,35-0,40mm!

Una lenza per i lanci a lunga distanza

Ma se l’orata è così diffidente, qualcuno si chiederà come si può fare per cercare di catturarne una lanciando a grande distanza? Questa domanda è più che lecita, infatti, non sempre le orate circolano vicino alla sponda e non è raro che branchi di queste pascolino ad una certa distanza. Se ciò non è un problema che interessa chi pesca dalla barca, può esserlo per chi pesca dalla scogliere.

Chiaramente, pescare in lontananza non è semplice con piccole zavorre, mentre piombi più grandi potrebbero essere scoperti durante l’abboccata, allora, che fare?

Si dice che “ in medio stat virtus”, ma questo non è così azzeccato in caso di piombi da orate, infatti, le zavorre da lancio di peso medio non sono indicate per questa pesca.

Il miglior rimedio per ingannare le orate lanciando a grande distanza è confidare in una pesante zavorra montata su lenza autoferrante e lunghissimo bracciolo, anche 2,5 – 3 m! In questo modo, il bracciolo così lungo darà possibilità all’orata di spostarsi liberamente con l’esca in bocca finché non l’avrà ingoiata e, a questo punto, una volta che il filo sarà in tensione, una grossa zavorra farà penetrare  l’amo nella dura bocca del pesce.

È la robustezza della bocca dell’orata, non facile da perforare per un amo, che ci indicherà una scelta dei piombi leggermente sovradimensionati rispetto alle normali lenze autoferranti e, per questo, impiegando ami dal n. 6 all’1/0, sceglieremo zavorre tra i 130 e i 170 gr che lanceremo con canne da surfcasting o rockfishing.

GRANCHIO ESCA DA PESCA PER ORATE

Come innescare il granchio

Adesso che anche le nostre lenze saranno pronte per entrare in azione non ci resta che innescare il nostro granchio, ma in che modo?

Di metodi efficaci ne esistono diversi e questi vanno impiegati a seconda della grandezza dell’esca e anche del tipo di fondale.

Partiamo dal fatto che i granchi che troveremo saranno di dimensioni variabili, con un carapace di diametro mediamente grande tra 1 e 3 cm. I granchi migliori sono di grandezza media (per avere un confronto, diciamo con una grandezza compresa tra una moneta da 1 euro e la moneta da 2 euro): quelli troppo piccoli sono morbidi e facilmente attaccabile da piccoli saraghi e altra minutaglia; quelli troppo grandi devono essere masticati per troppo tempo dai pesci, e questo potrebbe avere brutte conseguenze sull’efficacia del nostro complesso pescante. Di granchi ne esistono moltissime specie nel mondo e diverse sono quelle diffuse nella nostra penisola.

Come ben sanno i pescatori più esperti, quasi tutte le specie sono gradite pietanze per il nobile palato dell’orata ma, chiaramente, ogni esca va scelta in base alla stagione, al luogo e alla tecnica di pesca che andiamo a mettere in pratica. Uno dei parametri per scegliere un’esca è analizzare il tipo di ambiente dove andremo a lanciare i nostri bocconi, perciò, non sarà difficile immaginare che dalle barriere frangiflutti, come anche vicino alle scogliere sommerse, i migliori crostacei per ingannare le orate sono i comuni granchi di scoglio.

Innesco del granchio vivo: pro e contro

video-pesca-orata-granchioSicuramente un granchio lasciato vivo ha alte capacità di attrarre il pesce con le sue vibrazioni ma, se il fondale è ricco di molte pietre, un granchio troppo “arzillo” si potrebbe andare a nascondere incagliando la nostra lenza: starà a noi decidere se calare in acqua un granchio super vitale sapendo, comunque, che le orate si cibano anche di granchi morti da poco.

Come abbiamo accennato all’inizio, per non farsi afferrare dalle chele, è opportuno prendere il crostaceo da dietro e questo accorgimento non è sconosciuto alle orate che, onde evitare un bel pizzico sulle labbra carnose, cercano sempre di agguantare il granchio “alle spalle”.

La conoscenza di questa abitudine delle nostre prede ci consiglia di innescare il crostaceo ponendo la parte ferrante dei nostri ami nella zona posteriore di questo: l’innesco più classico è quello a due ami (ami tipo beck n. 1 - 3) che, dopo aver rimosso rispettivamente a destra e a sinistra del carapace le chele, e volendo due zampe posteriori, verranno fatti passare all’interno dei fori rimasti  in corrispondenza degli arti staccati.

Però, non tutti i granchi hanno la stessa dimensione, quindi, in caso di esche molto grandi, potremo realizzare un finale a tre ami, distanziati circa 1 – 1,5 cm l’uno dall’altro in cui, a differenze dell’innesco prima descritto, il terzo amo aggiunto verrà appuntato nella testa del crostaceo; al contrario, se stiamo innescando  granchi piccoli (minori di 1,5 cm) potremo realizzare un finale ad amo singolo che faremo passare nella parte più arretrata dell’animale.

In caso volessimo adottare quest’ultima soluzione essendo in possesso soltanto di granchi molto grandi potremo, con l’ausilio di un coltello, tagliare in maniera speculare un granchio innescando una sola metà di questo: purtroppo è un innesco molto vulnerabile, attaccabile da piccoli pesci, ma di estrema efficacia e dal forte richiamo olfattivo.

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